sabato 20 dicembre 2008

IL RISPETTO PER IL TERRITORIO

Ringraziando l'assessore Bellini (http://culturalborgo.splinder.com), che ci ha concesso di utilizzare il suo post, pubblichiamo questo importante invito affinchè tutti i nostri lettori e non solo, grazie al passaparola, partecipino attivamente alla raccolta di firme in nome della "DIFESA DEL" TERRITORIO.

Difesa del territorio


Apprendiamo della nascita di un movimento nazionale per la difesa del territorio non cementificato. Riportiamo qui il manifesto. Altre notizie ed elenco dei primi firmatari si possono leggere qui http://www.zero321.it/index.php/component/content/640?task=view  e qui http://www.altritasti.it/index.php?option=com_content&task=view&id=393&Itemid=56


STOP AL CONSUMO DI TERRITORIO
Movimento di opinione per la difesa del diritto al territorio non cementificato
Campagna nazionale


Il consumo di territorio nell’ultimo decennio ha assunto proporzioni preoccupanti e una estensione devastante. Pur in presenza di un sensibile calo demografico della popolazione italiana negli ultimi vent’anni, il nostro Paese ha cavalcato una . Le aree destinate a edilizia privata, le zone artigianali, commerciali e industriali con relativi svincoli e rotonde si sono moltiplicate ed hanno fatto da traino a nuove grandi opere infrastrutturali  (autostrade, tangenziali, alta velocità, ecc.).


Soltanto negli ultimi 15 anni circa tre milioni di ettari, un tempo agricoli, sono stati asfaltati e/o cementificati. Questo consumo di suolo sovente si è trasformato in puro spreco, con decine di migliaia di capannoni  vuoti e case sfitte: suolo sottratto all’agricoltura, terreno che ha cessato di produrre vera ricchezza. La sua cementificazione riscalda il pianeta, pone problemi crescenti al rifornimento delle falde idriche e  non reca più alcun beneficio, né sull’occupazione né sulla qualità della vita dei cittadini. Questa crescita senza limiti considera il territorio una risorsa inesauribile, la sua tutela e salvaguardia risultano subordinate ad interessi finanziari  sovente speculativi: un circolo vizioso che, se non interrotto, continuerà a portare al collasso intere zone e regioni urbane. Un meccanismo deleterio che permette la svendita di un patrimonio collettivo ed esauribile come il suolo, per finanziare i servizi pubblici ai cittadini (monetizzazione del territorio).


Tutto ciò porta da una parte allo svuotamento di molti centri storici e dall’altra all’aumento di nuovi residenti in nuovi spazi e nuove attività, che significano a loro volta  nuove domande di servizi e così via all’infinito, con effetti alla lunga devastanti. Dando vita a quella che si può definire la “città continua”. Dove esistevano paesi, comuni, identità municipali, oggi troviamo immense periferie urbane, quartieri dormitorio e senza anima: una “conurbazione” ormai completa per molte aree del paese. Ma i legislatori e gli amministratori possono fare scelte diverse, seguire strade alternative? Sì! Quelle che risiedono in una politica urbanistica ispirata al principio del risparmio di suolo e alla cosiddetta “crescita zero”, quelle che portano ad  indirizzare il comparto edile sulla ricostruzione e ristrutturazione energetica del patrimonio edilizio esistente.


STOP: PERCHÉ?


1.     Perché il suolo ancora non cementificato non sia più utilizzato come “moneta corrente” per i bilanci comunali.
2.     Perché si cambi strategia nella politica urbanistica: con l’attuale trend in meno di 50 anni buona parte delle zone del Paese rimaste naturali saranno completamente urbanizzate e conurbate.
3.     Perché occorre ripristinare un corretto equilibrio tra Uomo ed Ambiente sia dal punto di vista della sostenibilità (impronta ecologica) che dal punto di vista paesaggistico.
4.     Perché il suolo di una comunità è una risorsa insostituibile perché il terreno e le piante che vi crescono catturano l’anidride carbonica, per il drenaggio delle acque, per la frescura che rilascia d’estate, per le coltivazioni, ecc.
5.     Per senso di responsabilità verso le future generazioni.
6.     Per offrire a cittadini, legislatori ed amministratori una traccia su cui lavorare insieme e rendere evidente una via alternativa all’attuale modello di società.


STOP AL CONSUMO DI TERRITORIO
I firmatari richiedono una moratoria generale ai piani regolatori e delle lottizzazioni, in attesa che ciascun Comune faccia una precisa “mappatura” di case sfitte e capannoni vuoti.
Sottoscrivono quindi il manifesto perché si blocchi il consumo di suolo e si costruisca esclusivamente su aree già urbanizzate, salvaguardando il patrimonio storico del Paese.


Le adesioni al presente manifesto nazionale possono essere trasmesse direttamente via mail a info@altritasti.it (corredate di: Cognome e Nome, Via, Cap, Comune, Provincia, indirizzo mail, eventuale indicazione di cariche all’interno di Associazioni, Enti, Comitati). 

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